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Pascoli, Leoncavallo e l’Inno degli emigrati italiani a Dante

Simionato Giuliano
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ISSN:
1120-8856
Rivista:
Rivista Pascoliana
Anno:
2014
Numero:
26
Fascicolo:
Rivista Pascoliana N. 26/2014

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Suprema virtù della poesia pascoliana è l’approdo musicale: una musica fatta di elusive vibrazioni, di intonazioni elegiache, di arcani richiami attraverso la sapienza delle rime e la mobilità dei versi. Gli interessi musicali di Pascoli costituiscono una dimensione consustanziale del suo mondo lirico, e la sua idea di melodramma fatta di trascendenza e di idealità si mostra in sintonia col sentire simbolista europeo. L’accostamento della sua ispirazione all’arte dei suoni fu perseguito sin dal periodo universitario, nel quale strinse significativi rapporti con Ruggero Leoncavallo. Oltre al confronto tra le due personalità, il saggio considera la collaborazione intrapresa e quella vagheggiata negli ultimi tempi di vita del poeta, sullo sfondo delle vicende dell’epoca, col progetto dell’Inno degli emigrati italiani a Dante. Parole chiave: Bologna, melodramma, Wagner, Leoncavallo, Rimembranze, libretti pascoliani, Dante, emigrazione.

Supreme virtue of Pascoli’s poetry is the outcome of music: a music made for elusive vibrations, elegiac intonations, arcane references through the wisdom of rhymes and verses mobility. Pascoli’s musical interests are a consubstantial size of his lyrical world, and his idea of melodrama made for transcendence and idealism shows itself in tune with the thinking of the European Symbolism. The approach of his inspiration about the music was pursued since university days, in which he had significant relationships with Ruggero Leoncavallo. In addition to the comparison between the two personalities, the essay considers the collaboration undertaken and that yearned in recent times of the poet’s life, against the backdrop of the events of the time, thanks to the project Hymn of Italian emigrants to Dante. Keywords: Bologna, opera, Wagner, Leoncavallo, Rimembranze, Pascoli’s booklets, Dante, emigration.