Tra i vari modi in cui si dispiega in Orazio l’imitazione della poesia greca arcaica, quello del “motto”, ossia la ripresa incipitaria di un modello (soprattutto Alceo) che viene subito accantonato nel proseguo del carme, è certo uno dei più caratteristici. Ma, sebbene dalla critica legato al nome di Orazio, tale procedimento non nasce con lui: già impiegato saltuariamente nella poesia greca arcaica e classica, è nell’età ellenistica che esso assume quei connotati di segnale “generico” che si ritroveranno nel poeta romano. Anche attraverso lo studio del “motto”, un tratto di stile che permette ad Orazio di risalire alla lirica greca arcaica attraverso appunto la lezione dell’alessandrinismo, si può quindi cercare di ricomporre il dissidio critico tra un Orazio imitatore dei lirici arcaici (Fraenkel) e un Orazio soprattutto dalla poesia ellenistica (Paquali).
INDICE
Preistoria del concetto di “motto“ - l'esistenza del “motto“ prima o Orazio - il “motto“ nella prima poesia Oraziana - il libro delle odi - la rimanente poesia lirica di Orazio - conclusioni - indici.