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Globalizzazione: la Russia, un grande paese alla ricerca della sua nuova identità

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ISSN:
0393-1641
Rivista:
Gallerie e grandi opere sotterranee
Anno:
2016
Numero:
120
Fascicolo:
Gallerie e grandi opere sotterranee N.120/2016

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Questo è il quinto articolo che “Gallerie e grandi opere sotterranee” propone in tema di economia della globalizzazione. Dopo Cina, India e Brasile, questa volta è la Russia, ultimo Paese appartenente al gruppo dell’ormai famoso acronimo BRIC (Brasile. Russia, India e Cina) ad essere messo sotto la nostra lente. In questo gruppo la Russia occupa un posto molto particolare sia per la sue dimensioni e la sua storia recente come Unione Sovietica, ma soprattutto per la sua trasformazione da società socialista a società capitalistica che ne fa un Paese per molti versi ancora alla ricerca di una sua nuova identità. È curioso come questi paesi del BRIC, che veniva definito come il gruppo dei Paesi con la crescita economica più alta, vedano oggi questo primato compromesso per alcuni di loro, in particolare per Russia e Brasile. Ma mentre per il Brasile la situazione critica è riconducibile più che altro a motivazioni politiche interne, è indubbio che la Russia sta soffrendo economicamente soprattutto per le note sanzioni politiche, dalle quali, però, sembra stia uscendo rafforzata. Vedremo, infatti, come la Russia stia uscendo rapidamente dalla stretta determinata dalle sanzioni e come queste ultime abbiano determinato sia compattezza politica interna, sia voglia di rendersi quanto più possibile indipendenti dal mondo esterno, con risultati davvero straordinari. Se dal punto di vista dell’Occidente la reazione ai noti fatti Ucraini era doverosa, dal punto di vista russo questa è considerata un’intollerabile ingerenza nell’area d’influenza della Federazione Russa nata dall’ex Unione Sovietica. Il netto risultato consiste nel fatto che dalla caduta del muro di Berlino, avvenuta nel novembre 1989, il mondo è passato da una pesante guerra fredda ad una attuale, diciamo, “guerra tiepida”, attraverso un periodo di oltre 20 anni di “non guerra”. Cosa accadrà in futuro è difficile dirlo, ma una cosa è abbastanza chiara: sarà l’economia a prevalere e quindi gli interessi che da questa derivano. La Federazione Russa, grande esportatrice di materie prime di ogni genere, soprattutto energetiche, ha bisogno dei clienti occidentali, i paesi occidentali, d’altro canto, hanno l’interesse ad avere una Russia abbastanza forte ed alleata nei molti punti caldi di questo mondo e forse, se prevarrà com’è nella logica un pizzico di buon senso, possiamo sperare in qualche decennio di crescita pacifica. Solo di questo ci occuperemo in questo articolo.

Globalization: Russia, a great country in search of its new identity 

The article begins with a brief historical overview starting from the public statements of Khrushchev in 1953, the Brezhnev period that began in 1964, the Gorbachev’s era and his “glasnot” and “perestroika”, the fall of the Berlin Wall in 1989, the Yeltsin’s presidency era in the 90s and then the Putin’s rise to power since 2000. It describes the new Russia in its federal form, the geopolitical structure of the state as it is today with its 8 federal districts and 85 federal subjects. It describes the Russian economy after the sanctions and its new autarkic tendency with the key sectors starting from the exploitation of natural resources such as oil and gas. The facilities occupy a major part of the article: the giant Russky bridge, the tunnel project under the Bering Strait to join Asia and America, and the project of Sakhalin tunnel to unite Russia and Japan. An important part deals with pipelines that unite Russia and Europe and today those planned. A summary table lists all current data of the Russian Federation.