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Fili metapoetici nei Canti di Castelvecchio

Ebani Nadia
Articolo Immagine
ISSN:
1120-8856
Rivista:
Rivista Pascoliana
Anno:
2023
Numero:
35
Fascicolo:
Rivista Pascoliana N. 35/2023

Come altre raccolte, i Canti di Castelvecchio sono attraversati da fili di metapoesia, che di testo in testo definiscono la sostanza poetica: da che nasce la poesia, come è, dove porta, con quale fine. Se, specie nei testi di ouverture, è il d’Annunzio a sollecitare la ricerca di nuove proposte formali e tematiche, sul piano più profondo della riflessione esistenziale, etica e poetica, il termine di confronto sono altri grandi: Dante, Aristofane, Agostino, Leopardi, Shelley. Si esemplifica con l’analisi di alcune immagini simboliche: le rane, la luce.

Parole chiave: D’Annunzio, Agostino, luce, grazia, iterazione.

Metapoetic treads in the Canti di Castelvecchio

Like other collections, Canti di Castelvecchio are run through by threads of metapoetry, which from text to text define the essence of poetry: were it originates, what it is like, where it leads to, and to what end. Particularly in the ouverture texts, it is d’Annunzio who urges the search for new formal and thematic suggestions; however, on a deeper level of existential, ethical and poetic reflection, the term of comparison are other great figures: Dante, Aristophanes, Augustine, Leopardi, Shelley. This is exemplified through the analysis of some symbolic images: frogs as well as light.

Keywords: D’Annunzio, Agostino, light, grace, iteration.